22/02/2010

Il concerto


Sarà che ho visto questo film subito dopo l'indecoroso festival di Sanremo, ma certo "Il concerto" è una di quelle opere che mi ha lasciato senza parole. Per la trama, le immagini, l'ironia, e per la musica. Già, la musica: l'armonia sublime che ci avvicina al cielo. Vedere, e ascoltare, ciò che è stato a lungo nascosto dalla grande madre Russia è un privilegio unico: antiche partiture e geniali compositori stendono la loro firma nell'universo sonoro e la musica sublime ci appare talvolta per quella che è: disciplina, studio, pratica silenziosa, sacrificio. Ma poi, d'incanto, ecco l'incontro con la musica tzigana e sefardita dell'est europeo, quella del virtuosismo sfrenato dei tempi dispari, dei violini che sembrano lamenti di un'umanità dolente molte volte lasciata appassire al vento tumultuoso della storia.
Un film da ascoltare, e da guardare anche a occhi chiusi. Per godere di una musica che non ha confini, non ha padroni, ma solo un Dio che sussurra a bassa voce il suo canto divino.

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